Pageboy by Elliot Page

Pageboy by Elliot Page

autore:Elliot Page [Page, Elliot]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-05-04T12:00:00+00:00


15

“RYAN”

A ventisei anni immaginavo che quasi tutti sapessero che ero queer, quindi la mia vita privata era molto più aperta. L’ultimo passo sarebbe stato il coming out. Ma mi innamorai follemente, ritrovandomi ancora una volta in una relazione segreta. L’unico cambiamento era che la mia partner era ancora più riservata di me, ma tutto avviene per gradi, le persone si incontrano in momenti diversi del loro cammino e non riescono a sincronizzare il loro percorso. La nostra relazione è durata per quasi due anni, e persino alcuni dei miei amici più intimi non ne erano al corrente. I suoi genitori non lo sapevano. Io ero l’amica che andava da loro a Natale, e solo sua sorella e altre due persone condividevano il segreto. Quando eravamo fuori non ci toccavamo mai e raramente uscivamo a cena. Sulla rubrica del mio telefono l’avevo salvata come “Ryan”.

Stavamo al Bowery Hotel di New York, dove spesso i paparazzi sono accampati sull’altro lato della strada in attesa che passino le celebrità. Quando andavamo fuori, lei usciva per prima, saliva su un taxi che svoltava l’angolo con East Third Street, mentre io sgusciavo fuori da una porta laterale e salivo. C’è stato un periodo in cui lei lavorava in Europa e io andavo a trovarla. Alloggiava in un enorme albergo per viaggi d’affari, quelli con un’atmosfera elegante e moderna sui toni del grigio. Ordinavamo il servizio in camera e, quando arrivava, io mi nascondevo letteralmente nell’armadio. Vedevo la luce filtrare da sotto la porta, sentivo spingere il carrello in camera, il clangore metallico delle cupole che venivano sollevate e la voce calda di lei che ringraziava. Quanto possono essere inquietanti certi ricordi.

Lei metteva in dubbio l’essere queer. Era vero, oppure solo una conseguenza del privilegio di avere lo spazio per pensarci? Gli stessi pensieri che avevo avuto io quando l’idea di essere queer sembrava impossibile, nella convinzione che, lavorando nel cinema, non avrei mai potuto fare coming out, e invocavo non so quale dio dicendo: “Ti prego, fa’ che mi piacciano gli uomini”. Se ci ripenso, anch’io avevo messo in dubbio il suo orientamento sessuale, e lo avevo fatto in modo duro e scorretto, insistendo per una risposta che lei non era pronta a dare. Ce l’avevo con lei, ma sapevo quello che dovevo sapere e volli restare. La verità? Provavo ancora repulsione per ciò che ero, quindi ero io la persona con cui ero arrabbiato.

Spesso alle feste ci ignoravamo, come se cogliere una nostra occhiata potesse rivelare che eravamo queer.

«Quindi in pubblico non vi guardate nemmeno?» chiese una delle mie amiche più intime.

Una volta eravamo a una festa e io avrei voluto andare a casa, ma aveva lei le chiavi e me le doveva dare. Dovemmo organizzare un’operazione segreta e lei me le passò di nascosto. Ne ricordo ancora la durezza nel palmo della mano.

«Magari dovremmo trovarci dei ragazzi» suggerì lei una sera mentre eravamo a letto. Per spiazzare la gente, come se questo potesse mitigare la vergogna e la vigilanza. Eravamo in una relazione aperta, quindi dal punto di vista tecnico non era una proposta irragionevole.



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